Questa settimana 20 appassionati di sport sono partiti dall’Italia per partecipare al primo modulo della Sport Diplomacy Academy, tenutasi a Sofia (Bulgaria). Questo nuovo progetto coinvolge 80 partecipanti provenienti da diversi settori legati allo sport (amministratori sportivi, volontari e allenatori) provenienti da quattro diversi paesi. Si concentra sulla cooperazione con i Balcani occidentali come logica continuazione di tutte le attività svolte nell’ambito della priorità # EU2018BG e coinvolge partner dei seguenti paesi: Italia, Bulgaria, Croazia e Bosnia ed Erzegovina. L’idea alla base della Sport Diplomacy Academy è quella di migliorare le capacità e le competenze dei partecipanti, nonché le loro qualifiche, attraverso la mobilità per l’apprendimento, che si terrà in ogni paese partner. Infine, alla fine del progetto, ogni paese partner avrà 20 “diplomatici in tuta sportiva” ben formati, con abilità pratiche e conoscenze nel campo della diplomazia sportiva. Queste abilità e conoscenze includono il dialogo politico e le relazioni internazionali, la creazione di campagne, la comunicazione di successo, il parlare in pubblico, le relazioni con i media, il protocollo e l’etichetta e la politica estera e i valori dell’UE. Questi “diplomatici in tuta sportiva” saranno una risorsa preziosa per il loro paese, perché consentiranno agli atleti autorizzati e agli amministratori sportivi di promuovere i loro paesi sulla scena internazionale. [/ Vc_column_text]
Il primo modulo, tenuto a Sofia, pone l’accento in primo luogo sugli ecosistemi sportivi, le opportunità di sviluppo dello sport e la diplomazia nell’attività quotidiana delle strutture sportive. Gli argomenti a portata di mano variavano, spaziando da una panoramica del funzionamento dell’UE alle politiche sportive nei comuni, attraverso la dimensione multiculturale dello sport e il dialogo politico nello sport. Hanno discusso della dimensione economica dello sport, nonché del suo carattere orizzontale, esplorando i legami tra sport e salute. Tutto questo è stato fatto attraverso un mix di strumenti educativi non formali, lavorando in piccoli gruppi misti, ei partecipanti hanno avuto l’opportunità di riflettere ed esprimere le loro opinioni su questi argomenti. Hanno approfittato del fatto che stavano lavorando con un gruppo variegato di diversi background culturali, che ha permesso loro di confrontarsi con realtà quotidiane e modalità di lavoro diverse dalle proprie. Ciò, a sua volta, ha portato a un vivace scambio di migliori pratiche. Tutto questo è avvenuto con la bellissima capitale bulgara come sfondo e tutti i partecipanti si sono divertiti a conoscere la città. Si sono persino impegnati nella cultura sportiva locale, andando a vedere una partita di calcio tra Bulgaria e Regno Unito!
La nostra delegazione italiana sta tornando a casa, con la testa piena di nuove conoscenze. Hanno appena il tempo di elaborarlo e rimuginarci sopra, perché all’inizio di dicembre ripartono, questa volta per Sarajevo, per il secondo modulo SDA!
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Many say that working in the field of the European Projects doesn’t make sense because it’s difficult to create a system that could be economically sustainable and therefore impossible to create a salary.